Ha confessato l'albanese: «Si l'ho ucciso io». Ma l'inchiesta cerca i complici

MARTINSICURO – Ha confessato Arjan Ziu, l’albanese 49enne arrestato con l’accusa di aver ucciso Roberto Tizi, il 35enne freddato mentre scendeva dall’auto condotta dalla convivente, ieri sera sotto la sua abitazione a Martinsicuro. Dopo una notte di ricerche, l’albanese sensa fissa dimora è stato fermato nei pressi della centralissima piazza Cavour: non ha opposto resistenza ed è stato trasferito in caserma. Dopo tre ore di confronto con il procuratore Antonio Guerriero e il sostituto Bruno Auriemma, non ha negato le sue responsabilità. Assistito dal suo legale, l’avvocato Tiziano Rossoli, l’uomo ha rilasciato ampie dichiarazioni. Dichiarazioni sulle quali vige il massimo riserbo, con le indagini ancora in corso per chiarire il contesto in cui è maturato il delitto. Dopo l’interrogatorio, Ziu è stato trasferito al carcere di Castrogno in stato di fermo di polizia giudiziaria per omicidio volontario aggravato. Su di lui non è stata effettuata la prova dello Stub, il cosiddetto guanto di paraffina, che serve nei casi di esplosione di colpi d’arma da fuoco ha rilevare la presenza di tracce di polvere sulle mani di chi ha impugnato l’arma: secondo la procura di Teramo ci sono “tali e tante evidenze probatorie" sulle responsabilità di Ziu che non è necessario tale accertamento tecnico. Alla base del delitto il movente della ritorsione che per adesso non convince del tutto chi indaga ma che viene preso per buono almeno in questa fase: l’albanese ha ‘lavato’ l’onta di una scazzottata dentro un bar subita circa due ore prima dell’agguato mortale, facendo fuori a pistolettate il suo ex conoscente e compagno di affari.
Ma l’inchiesta non è chiusa con la confessione del presunto assassino. Intato manca l’arma del delitto e non si conosce il numero esatto dei colpi esplosi. In auto sono stati rinvenuti tre bossoli e una ogiva, ma la convivente 47enne della vittima, ferita di striscio a un ginocchio e testimone-chiave del delitto, ricorda di aver udito l’esplosione di 5 colpi. In serata un primo esame radiografico alla testa della vittima potrebbe chiarire questo aspetto, prima dell’autopsia in programma non prima di mercoledì mattina all’obitorio dell’ospedale di Sant’Omero.
Ma c’è un altro aspetto che merita un approfondimento: Arjan Ziu non era solo al momento dell’agguato. In tanti, ieri sera a Martinsicuro e oggi agli investigatori, hanno ribadito che al momento dell’agguato c’erano almeno un’altra se non due persone con Ziu. E la caccia, come la scorsa notte, continua.